Torino fra Giolitti e Agnelli
giovedìTorino esce dalla crisi e si trasforma. Tra la fine dell’Ottocento e la guerra, la città conosce una crescita urbana e industriale che le attribuisce un ruolo decisivo nell’economia italiana. Cambia la società, attraverso un rapido incremento demografico, dovuto all’immigrazione dalla campagna, e un forte aumento del lavoro operaio.
Accanto a quelle già esistenti, nascono nuove e moderne industrie, destinate ad assumere un’importanza crescente, come nei settori idroelettrico e metalmeccanico. Muta anche l’offerta di istruzione, soprattutto nel campo tecnico e scientifico. Si istituisce il Politecnico e all’Università fioriscono gli studi economici.
A Torino, il nuovo corso liberale e industrialista di Giolitti e le aperture del socialismo riformista trovano per qualche anno interlocutori attivi in figure quali il sindaco Frola, Giovanni Agnelli, una borghesia imprenditoriale aperta e un sindacalismo combattivo, ma sensibile alla cultura industriale. Con l’approssimarsi della guerra, questo equilibrio entra in una crisi che si ripresenterà, aggravata, negli anni difficili del dopoguerra.